Attività fisica, psiche e natura: in che rapporto sono?

Si parla spesso dello sport e dell’attività fisica in generale dal punto di vista della salute corporea, meno dei benefici per la psiche.
Eppure, diversi studi mettono in luce i possibili effetti del movimento sul benessere psicologico.
In fondo, siamo creature nate per spostarsi, non per stare ferme. I nostri antenati dovevano percorrere distanze talvolta lunghe per trovare il cibo, prima dell’avvento dell’agricoltura e dell’allevamento. E la nostra struttura fisica, guardando le ricostruzioni dei primitivi eseguite sulla base dei reperti, non appare poi così lontana dalla loro.
Insomma, siamo ancora fatti per essere attivi, più che per trascorrere una giornata sul divano o al pc!
In questo sito ho già parlato in precedenza dei possibili benefici psicologici dell’esercizio fisico, purché adatto alle capacità individuali. Uno studio interessante sull’argomento è stato pubblicato ad agosto 2018 sul “The Lancet Psychiatry Journal”.
Una vita attiva è davvero una ricchezza
Gli autori, ricercatori delle università di Yale e Oxford, hanno preso in considerazione ben 1,2 milioni di cittadini americani. A ogni componente del campione veniva chiesto quante volte, negli ultimi trenta giorni, avesse sofferto per un problema psicologico: ad esempio, stress o depressione.
Parallelamente, gli scienziati valutavano il reddito delle persone intervistate e il grado di attività fisica nel loro quotidiano: dagli sport veri e propri alle mansioni domestiche.
I risultati? Le persone fisicamente attive con una certa regolarità, in media, soffrivano 18 giorni in meno all’anno per problemi psicologici rispetto alle altre. Inoltre, risultavano soddisfatte della propria vita quanto individui che guadagnavano 25.000 dollari in più di loro all’anno, ma non erano altrettanto attivi. Un altro dato interessante riguarda l’aspetto sociale: gli sport e le attività fisiche che comportavano aggregazione e interazione costruttiva con gli altri sembravano conferire un beneficio maggiore.

Naturalmente, come sottolineato dai ricercatori, occorre stare attenti e non esagerare con l’esercizio, conoscendo e rispettando i propri limiti.
Attività fisica e natura
Una lunga camminata nella natura può ampliare i benefici dell’attività fisica: gli scenari verdeggianti e curati inducono reazioni di profondo rilassamento. Vari studi avvalorano l’ipotesi della Biofilia del biologo Edward O. Wilson, della quale ho dedicato un articolo in precedenza. In pratica, nonostante la crescente urbanizzazione, siamo ancora attratti istintivamente dagli ambienti naturali che erano favorevoli per la sopravvivenza, al tempo dei nostri antenati. Piante rigogliose, prati, fonti idriche come i corsi d’acqua risultano ancora profondamente distensivi.
Inoltre, secondo la teoria della rigenerazione dell’attenzione dei coniugi Kaplan, una coppia di psicologi americani, la natura indurrebbe un altro beneficio. La nostra capacità di prestare attenzione si attiverebbe infatti senza sforzo, in ambienti simili a quelli in cui la specie umana si è evoluta a lungo. Al contrario, gli scenari urbani possono stressarci imponendo una continua, forzata attenzione verso stimoli artificiali (veicoli in transito, segnali stradali, semafori).
In conclusione, possiamo dire che il nostro fisico e la nostra psiche desiderano un po’ di movimento e un sano contatto con la natura. Perché non accontentarli più spesso?
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