La psiche nei libri – Ologramma per il re (D. Eggers)

L’attesa. Un tema caro alla letteratura da sempre: da Penelope che aspetta l’arrivo di Ulisse al “Deserto dei Tartari” di Buzzati, gli esempi sono svariati.
Forse perché parlando di attesa si può arrivare a parlare di speranza, di paura, di emozioni intense e profonde.
“Ologramma per il re” di Dave Eggers è un’eccellente declinazione anni duemila di questo “topos” letterario. Ma quale attesa racconta?
Nel vuoto del deserto
Alan Clay, il protagonista, si trova temporaneamente in Arabia Saudita, dove coordina un team di una potente azienda informatica, la Reliant.
Lo scopo del gruppo è presentare al re Abdullah un’avveniristica tecnologia: un ologramma che fa apparire in 3D i relatori di una conferenza lontana, come se fossero presenti nella stanza. I vertici della Reliant sperano che questa sorprendente innovazione faccia vincere a loro l’appalto per i servizi informatici dell’Economic City, una città hi-tech che il re sta edificando nel deserto.
E proprio all’Economic City devono recarsi Clay e gli altri, per la loro dimostrazione.
Ma la realtà è diversa dalle aspettative, spiazzante.
Della futuristica città al momento esiste poco, quasi nulla. Un gruppetto di edifici nella calura spietata del deserto, strade che corrono nel vuoto. Fondamenta, lavori in corso qua e là.

Dave Eggers (foto tratta dal sito dell’autore, daveeggers.net)
Il luogo stesso della dimostrazione lascia il team basito: semplicemente una grande tenda, sebbene dotata di qualche comfort. Ma il problema principale è un altro: re Abdullah non è al momento disponibile a incontrare la delegazione. Ha così inizio una serie di viaggi a vuoto tra l’hotel dove gli americani alloggiano e la spettrale Economic City.
Tra passato e presente
Al presente della narrazione, si alternano ricordi del protagonista che, nell’atmosfera quasi irreale di attesa e sospensione, inizia a ripensare alla sua vita.
Emergono così quelle che sono, forse, le vere tematiche chiave del romanzo. Quegli aspetti che, come recita la quarta di copertina, lo rendono “(…) una strepitosa allegoria delle frustrazioni della middle class, di migliaia di lavoratori occidentali che vedono sfuggire il proprio lavoro verso le frontiere dei nuovi stati emergenti (…)”.
Il lettore capisce presto che il presente di Alan non è affatto roseo, tra i costi del college della figlia e una separazione tormentata. Il passato, invece, almeno per qualche anno è stato decisamente migliore.
Parte della sua vicenda ripercorre canoni classici del sogno americano: un inizio come semplice venditore porta a porta, capacità e intuito, ruoli sempre più importanti in azienda…cos’è successo, poi?
Un’avventura imprenditoriale fallita, rovinata anche da un’economia che tende sempre più a delocalizzare per ridurre i costi produttivi, ha ribaltato la sua vita.
Aspettando il re
Nell’attesa snervante del sovrano, Alan alterna momenti di grande crisi personale a una crescente curiosità verso la nuova realtà che lo circonda.
Stringe un’amicizia con il suo autista Yussef, che lo coinvolgerà in un avventuroso soggiorno tra le montagne, conosce l’intrigante dottoressa Hakem a causa di un problema di salute…A riempire il vuoto dell’attesa, anche gli struggenti tentativi di scrivere una lettera alla figlia, per spiegarle qualcosa sulla sua vita, sui suoi fallimenti e sul suo tentativo di rinascita.
La middle class, la globalizzazione, ma non solo
“Ologramma per il re” rappresenta efficacemente lo sconforto di una middle class spaesata, le cui semplici certezze sono andate in fumo per i capricci dell’economia globale. Ma c’è anche, a mio avviso, un tema più ampio.
Il conflitto interiore che prova chi insegue speranze o sogni incerti, indeciso se arrendersi o continuare a rimboccarsi le maniche con un filo di ottimismo.
Il romanzo sa essere doloroso nel raccontare i crolli emotivi del protagonista, ma lascia anche trapelare qualche spiraglio di luce. E l’attesa di Alan diventa l’attesa di chiunque scruti l’orizzonte per capire cosa riserverà il futuro, in uno scenario globale profondamente cambiato.
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