Fantasticare tanto, un rischio per la psiche. Ecco perché
Avreste mai pensato che fantasticare tanto, sognando a occhi aperti scenari di successo, mettesse a repentaglio l’equilibrio psichico?
Crediamo che le persone molto “sognatrici”, al massimo, rischino qualche figuraccia a causa della loro distrazione.
Un’interessante ricerca ha ipotizzato invece che la posta in gioco sia ben più importante.
Vagare troppo con la mente fuori dalla realtà, crogiolandosi in fantasie galvanizzanti, può avere ripercussioni problematiche nel tempo.
Come mai?
La ricerca (Oettingen, Mayer, Portnow, 2016), suddivisa in quattro studi, ha coinvolto soggetti eterogenei, dai bambini agli studenti del college, verificando le loro condizioni psicologiche subito dopo le fantasie positive e a distanza di mesi.
In uno studio la tendenza a fantasticare di 73 individui era monitorata anche tramite un diario giornaliero.
Le conclusioni sono spiazzanti.
I risultati dello studio
Come possiamo immaginare, nell’immediato fantasticare positivamente migliorava l’umore. Tornando a esaminare le condizioni dei soggetti dopo mesi, però, i ricercatori hanno fatto una scoperta sorprendente: i “fantasticatori” presentavano maggiori sintomi depressivi, rispetto agli altri.
Come si spiega un dato apparentemente controintuitivo? Le ipotesi formulate dagli autori sono decisamente interessanti.
Fantasticare spesso e intensamente, ad esempio, porterebbe un notevole dispendio fisiologico di energie. Questo ridurrebbe la capacità di impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi, con risultati scarsi. I sintomi depressivi sarebbero, quindi, una conseguenza di tale “fallimento”.
Un’altra possibilità è che chi fantastica molto provi troppa soddisfazione “in anteprima”, per un successo che deve ancora ottenere. Perderebbe così parte della motivazione ad agire concretamente.
Aggiungerei un’ulteriore ipotesi, forse complementare alle precedenti. Immaginare scenari idealizzati, in cui tutto accade come vorremmo senza il minimo inconveniente, rischia di far apparire sempre la realtà più deludente.
Rischiamo facilmente di fantasticare in maniera esagerata?
Noi esseri umani, capaci di pensiero simbolico e astratto, siamo particolarmente inclini a “perderci nei pensieri”. Tuttavia, la mente sembra aver sviluppato degli strumenti per mantenerci con i piedi per terra.
Nel 2013 una ricerca (Kam et al.) ha riscontrato che in persone apparentemente in fase di “mind wandering”, cioè libere di lasciar vagare i pensieri, era in realtà attivo l’“Executive Attention Network”. Si tratta di una rete di neuroni dedicata proprio alla concentrazione in una performance cognitiva.
Sorprendentemente, si attivava in contemporanea anche un altro circuito neuronale, il “Default Mode Network”, legato al riposo.
Era come se una parte del cervello di questi individui si “concedesse” relax e distrazione, mentre un’altra rimaneva comunque vigile. Pronta a reagire agli stimoli esterni, se necessario.
Non siamo quindi così facilmente distraibili, così propensi a scollegarci gravemente dalla realtà.
A minacciare l’equilibrio, secondo lo studio del 2016, è la ripetizione assidua di quelli che chiamiamo scherzosamente “film mentali”: fantasie idilliache che rischiano di toglierci, momentaneamente, il sapore della vita vera e la determinazione necessaria per raggiungere i nostri obiettivi.
- Creare un personaggio letterario: ispiriamoci alla Psicologia cognitiva - Agosto 31, 2021
- La progressive disclosure nella scrittura - Luglio 11, 2021
- 8 secondi. Viaggio nell’era della distrazione (L. Iotti) - Giugno 8, 2021
Commenti recenti