Autocontrollo, quell’area cerebrale così importante
L’autocontrollo: un concetto di cui avremo sentito parlare in innumerevoli occasioni, non sempre piacevoli.
A molti sarà infatti capitato di sentirsi dire frasi come “Ti serve più autocontrollo” o “Non riesci a controllarti”, dopo qualche capriccio o esternazione irosa da bambini o da ragazzini. O, magari, anche nell’età adulta, durante discussioni particolarmente accese.
Ma cosa significa davvero controllare l’impulsività? È una capacità totalmente in balia di fattori genetici o si può allenare?
Ancora una volta, la scienza illumina la zona d’ombra attorno a un concetto che potrebbe apparire vago. La ricerca dimostra che non si tratta di qualcosa di astratto, ma di una facoltà legata alla struttura del cervello.
L’autocontrollo sembra essere regolato da una specifica area cerebrale, che risulta quindi più o meno efficiente in base all’utilizzo che ne facciamo. In un post precedente, infatti, ho parlato di come il cervello sia “plastico”: una rete di neuroni può potenziarsi o indebolirsi, a seconda di quanto la “alleniamo” nel quotidiano.
Qual è l’“area dell’autocontrollo”?
Nel 2007 il “The Journal Of Neurosciences” ha pubblicato un’interessante ricerca sull’argomento, condotta dal Max Planck Institut di Lipsia e dall’University College di Londra.
Il team di scienziati guidato da Marcel Brass e Patrick Haggard ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale riscontrando, nei soggetti coinvolti nello studio, una forte attivazione della corteccia fronto-mediana dorsale quando veniva inibita intenzionalmente un’azione programmata.
In pratica, questa parte del cervello interveniva quando gli individui rinunciavano a un atto che stavano per compiere. Quando, cioè, “resistevano” al desiderio di fare qualcosa, imponendosi una nuova intenzione.
Il significato profondo di una tale evidenza scientifica
Questa scoperta ha implicazioni importantissime, che vanno dagli aspetti più pratici del quotidiano a questioni filosofiche.

Nelle dipendenze la capacità di autocontrollo risulta gravemente compromessa.
Ad esempio, in cosa ci distinguiamo dagli altri animali? Spesso viene citata la capacità di controllo cosciente del comportamento istintivo/impulsivo.
Ora sappiamo che questa capacità, essendo regolata da una parte precisa del cervello, può essere più o meno presente a seconda dello stile di vita, delle sollecitazioni che quell’area riceve. Non dobbiamo quindi dare per scontata questa nostra “specificità” nel regno animale.
Una vita basata sull’impulsività potrebbe avvicinare davvero il nostro cervello a quello di esseri non razionali. Nel caso delle dipendenze, ad esempio, la capacità di autocontrollo viene a mancare o risulta fortemente indebolita, in certe circostanze.

Controllare l’impulsività può migliorare anche le capacità lavorative.
Il funzionamento della corteccia fronto-mediana dorsale potrebbe poi spiegare molti casi di successo o insuccesso: chi cede prima allo stress, alla voglia di interrompere il lavoro e distrarsi raggiungerà forse traguardi minori, soprattutto a lungo termine.
Una persona più costante nel dedicarsi a un’attività, pronta a resistere all’impulso di “mollare tutto” davanti ai primi ostacoli, può davvero superare i propri limiti iniziali e arrivare all’obiettivo prefissato.
Anche nelle relazioni interpersonali l’autocontrollo, soprattutto in caso di contrasti, può garantire esperienze più positive, accelerando la risoluzione delle conflittualità.
Migliorare l’autocontrollo nella vita di tutti i giorni
Approfittiamo allora delle piccole sfide del quotidiano per allenare questa facoltà: impariamo a non cedere ai primi segnali di stress quando ci dedichiamo a un compito, a seguire magari il classico “conta fino a…” prima di “esplodere” quando qualcuno ci irrita.
Con la costanza ci ritroveremo una corteccia fronto-mediana dorsale più efficiente, con i circuiti neurali dell’autocontrollo potenziati. Questo ci renderà maggiormente in grado di affrontare situazioni stressanti rimanendo efficienti, equilibrati, emotivamente stabili.
Insegneremo al cervello un nuovo modo di reagire agli stimoli negativi. Quello che all’inizio apparirà come un duro training ci porterà a un miglioramento della qualità della vita!
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