La lettura migliora l’empatia: ecco come
La lettura è un’attività presente da tempi remoti in una gran varietà di culture umane. Milioni di persone amano apprendere, scoprire nuovi punti di vista sulla realtà o, semplicemente, rilassarsi grazie alle pagine di un libro. Sono sempre più numerosi i circoli di lettori e i festival letterari, che aggiungono a questa passione una dimensione di aggregazione, d’incontro.
Tuttavia, talvolta le persone che leggono molto sono vittime di un pregiudizio. Qualcuno le immagina infatti solitarie e imbranate nelle relazioni sociali, alle quali preferirebbero la parola scritta. Avete presente l’immagine del “topo di biblioteca”?
Ebbene, la scienza ribalta completamente questo stereotipo, suggerendo una sorprendente funzione della lettura. In particolare, della narrativa.
Romanzi e racconti migliorerebbero infatti l’empatia, ossia la capacità di comprendere emozioni, motivazioni e pensieri del prossimo.
Uno degli scienziati che sostengono questa tesi è Keith Oatley, psicologo della University of Toronto. Autore di una interessante rassegna sul tema, pubblicata dalla rivista “Trends in cognitive sciences”, ha condotto lui stesso studi sperimentali sul legame tra lettura ed empatia.
In uno di questi, ad esempio, i lettori di narrativa hanno compiuto performance migliori nei test “Reading the mind in the eyes” e “Interpersonal reactivity index”, rispetto agli altri soggetti. Nel primo, vengono mostrate trentasei fotografie degli occhi di alcune persone. Attraverso tale particolare si devono indovinare le sensazioni provate, al momento dello scatto, dagli individui raffigurati.
Il secondo test invece valuta proprio il grado di empatia.
Il legame tra lettura ed empatia
Come si spiega un tale legame tra la lettura e la capacità di comprendere il prossimo?
Secondo Oatley, immaginare sensazioni e pensieri dei personaggi di fantasia ci “allenerebbe” a capire il vissuto interiore delle persone reali, migliorando le nostre interazioni sociali.
A sostegno della sua ipotesi, l’autore cita anche studi che si sono avvalsi della risonanza magnetica funzionale: sembra che la lettura attivi particolarmente un’area cerebrale legata alla memoria e all’apprendimento, l’ippocampo.
È interessante osservare che gli effetti benefici di un romanzo o di un racconto sulla capacità di empatia dipendono anche dall’abilità dello scrittore. In un altro studio, infatti, persone che leggevano un riassunto banalizzato di un brano di un grande autore, anziché l’originale, ottenevano punteggi più bassi al test “Reading the mind in the eyes”.
Va così in fumo lo stereotipo dell’appassionato lettore chiuso nel suo mondo, un po’ impacciato e distaccato dalla realtà. I libri possono rappresentare una vera “palestra di vita”, che migliora i rapporti con gli altri.
Appare sempre più opportuno, quindi, attuare iniziative di promozione della lettura. Iniziative rivolte agli adulti e ai bambini, perché formare le generazioni più giovani all’empatia può rappresentare uno dei presupposti per un mondo migliore.
Come i simulatori di volo aiutano a diventare piloti, la letteratura migliora le capacità relazionali. (Keith Oatley)
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Belle parole, interessanti 🙂
Grazie! Diffondiamo l’importanza della lettura! 🙂